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24 feb Monferace o del Grignolino d’eccellenza
Sono passati quasi due anni dalla presentazione ufficiale del Monferace, il Grignolino che ha voglia di risollevare la testa dopo decenni bui nei quali era stato relegato ingiustamente a vino grezzo e troppo leggero.
In questi due anni mi è capitato spesso di farlo assaggiare a persone che non lo conoscevano, l’ultima è stata l’amica intravinica Lisa Foletti, e sempre ne è uscito a testa alta suscitando stupore.
Come mai solo nel 2019 si è quindi scoperto che il Grignolino se coltivato e vinificato con cura resiste nel tempo e anzi migliora?
Beh, in realtà nel 2019 non si è scoperto un bel nulla: nell’800 ai concorsi internazionali il Grignolino era considerato tra i rossi piemontesi più importanti e non veniva mai presentato con meno di 3-5 a volte anche 11 anni.
E riferimenti a Grignolino invecchiati, col sentore “goudronnè” si leggono anche nella lettera di presentazione alla richiesta della DOC del 1971.
Il momento più basso della storia recente del Grignolino arrivò negli anni ’80 e ’90 del secolo scorso, quando salirono alla ribalta i vini marmellata, di grande struttura e concentrazione, e probabilmente gli stessi produttori monferrini smisero di crederci, relegando il vitigno una volta nobile in zone meno vocate, puntando forse per contrasto a vinificazioni quasi in rosa. L’esperimento fallì e il Grignolino venne bollato come cugino povero dei grandi rossi piemontesi.
Chi come me ha l’onore (e la sfiga insieme) di tifare Toro però sa bene quanto i ricordi dei fasti del passato siano una magrissima consolazione al triste presente, e trovare un manifesto che racconta di un Grignolino di 11 anni presentato con successo all’esposizione di Firenze del 1861 è un po’ come sentire il nonno che racconta di quando allo stadio guardava giocare Valentino Mazzola.
Ok, bello, ma oggi?
Qualche settimana fa, grazie all’Associazione Monferace e al contributo dell’enolgo Mario Ronco, di Erika Mantovan e Fabrizio Gallino abbiamo assaggiato 12 vini, quasi tutti dell’annata in commercio, più qualche campione di botte decisamente più recente.
Liedholm, 2018, Cuccaro Monferrato.
Note balsamiche di eucalipto molto intriganti, per certi aspetti più in forma di alcuni 2015 assaggiati. Da tenere d’occhio!
Tratto da Intravino del 16/06/21. Continua a leggere su:
https://www.intravino.com/primo-piano/monferace-o-del-grignolino-deccellenza/