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24 feb I vigneti di Liedholm finiscono ai cinesi
I vigneti di Liedholm finiscono ai cinesi
Alssandria, venduta l’azienda dell’ex calciatore e allenatore.
Una multinazionale con finanziatori cinesi irrompe fra le colline dell’Alessandrino e compra Villa Boemia, storica azienda vitivinicola della famiglia Liedholm. L’abitazione e la tenuta di Cuccaro, il sogno realizzato dal «barone» Nils a metà degli Anni Settanta , sono state vendute dal figlio Carlo alla Monte Fertato, «costola» italiana di una società leader mondiale nella meccanica per ascensori, che ha una forte componente asiatica. L’accordo è di due giorni fa davanti al notaio, ma la trattativa durava da mesi e i primi contatti fra le parti risalgono all’ottobre 2014, quando in incognito una delegazione degli acquirenti aveva preso parte alla cerimonia del premio Fairplay assegnato ogni anno a Cuccaro ad un personaggio del calcio simile per valori ed etica sportiva all’indimenticato giocatore e allenatore scandinavo.
La scelta dei nipoti
Diversificare gli investimenti è uno degli obiettivi della multinazionale, il vino è una risorsa e l’appeal dei Liedholm ha fatto il resto. Per poter comprare, serve però qualcuno che voglia cedere. Nils probabilmente non l’avrebbe mai fatto: era innamorato del territorio, era legatissimo ai suoi vigneti e vi si era dedicato totalmente negli ultimi anni di vita trasmettendo una parte della passione al figlio Carlo. I nipoti Paolo ed Erik hanno invece intrapreso strade differenti e hanno altre mire professionali. Lo stesso Carlo ha accusato il peso e la fatica della gestione e ha preferito passare la mano. Lo ha fatto non senza rimpianti, ma traendone beneficio economico perché chi era per legge tenuto a conoscere i dettagli dell’operazione (i propietari di terreni confinanti hanno la prelazione all’acquisto) parla di «vendita a una cifra con molti zeri». Forse anche per questo, la trattativa è durata parecchio: il preliminare era stato stipulato in primavera, l’opzione d’acquisto é stata esercitata dalla Monte Ferrato un giorno utile prima della decadenza dei termini.
I possibili sviluppi
In paese, ora, si aspetta di capire cosa accadrà. Chi conosce profondamente Carlo Liedholm, ne aveva percepito le intenzioni («faceva parte del consorzio “Nobili colline del Monferrato”, ma non partecipava alle riunioni, sospettiamo che questo mondo l’avesse un po stancato») ed è convinto che un cambio gestionale porterà nuova linfa. Anche Confagricoltura Alessandria, a cui l’azienda era associata, ha seguito col presidente Luca Brandelli ogni passo della trattativa, conoscendo gli acquirenti e assicurandosi delle loro buone intenzioni.
«Abbiamo tante idee, ci sarà continuità col passato e non verrà stravolto lo status quo» assicurano dalla MonteFerrato. Il sindaco Bellinaso a giorni incontrerà i nuovi proprietari. «So che vorrebbero potenziare l’attività, spero sia cosi perché sarebbe una risorsa ulteriore del territorio» commenta. Anche fra gli altri vitivinicoltori c’è fiducia: «In queste zone il grignolino è eccezionale e non perché siamo noi a produrlo ma perché il terreno è ideale. Se arriva gente capace e organizzata, tutti ne trarremo giovamento e l’immagine della zona sarà accresciuta».
I consumatori
Di certo, ci si sta già muovendo: la superficie coltivata non è enorme (circa 11 ettari), ma questo è il periodo di trattamenti ai filari e fra due mesi sarà già tempo di vendemmia. «Tutto il vino al mercato cinese? Non scherziamo, il pregiato grignolino di questa terreno non viene prodotto in grande quantità e manterremo la clientela che aveva Carlo Liedholin, puntualizza l’amministratore della società Fabienne Moretta. Al massimo, in Asia manderemo un po’ di barbera».