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24 feb Associazione Monferace: la nobiltà del Grignolino
Quando dei produttori lavorano in sinergia spinti dalla passione e con lo scopo comune di ricercare nella tradizione l’essenza più pura, in quel momento si creano le fondamenta per un progetto ambizioso, così dall’unione di un gruppo di vignaioli coraggiosi nasce nel 2013 l’associazione Monferace, antico nome del Monferrato aleramico.
Un progetto che si realizza in quel territorio identificato nell’area geografica delimitata dai fiumi Po e Tanaro, una terra ricca di storia e di cultura, di vigneti e di bellezze naturali, che si estende in un ideale triangolo tra le città di Casale Monferrato, Alessandria e Asti.
Il Monferrato è caratterizzato da una straordinaria ricchezza di coltivazioni e paesaggi, è un patrimonio unico di biodiversità da salvaguardare, ma soprattutto è da sempre area vocata alla coltivazione della vite con numerose varietà di vitigni autoctoni: il Grignolino, la Barbera, il Nebbiolo, la Freisa, il Ruché, il Cortese e antiche varietà che si stanno riscoprendo come la Slarina e il Baratuciat. Lo scopo principale dell’associazione è nobilitare il Grignolino, gli obiettivi sono la comunicazione e divulgazione del Monferace e la creazione di una rete imprenditoriale nel Monferrato che ne consenta un rilancio.
Di queste colline il Grignolino è un vitigno autoctono e dalle radici antichissime, è citato in documenti risalenti agli anni 1249 e 1337. Il primo è un atto di affitto trascritto dai monaci del Capitello di Sant’Evasio “quattro staia di terra gerbida affinché fossero lavorate e vi fossero collocate buone piante di viti Berbesine” e il secondo un inventario dell’Abbazia di San Giusto di Susa, in cui si nomina il vino “Grignolerii”.
Negli ultimi decenni il Grignolino è stato spesso identificato come vino da pasto, in parte immesso nel mercato dello sfuso, ma in passato è stato un vino regale molto amato dai Savoia e ha avuto dei suoi momenti di apice, come al Concorso Enologico Nazionale del 1953 dove è stato premiato nella categoria dei “rossi pregiati superiori” condividendo il podio con il Barolo e il Barbaresco. Il Monferace mira a ricreare questa magia cucendo un elegante abito da sera tramite una stretta regolamentare, un severo disciplinare: innanzitutto il Monferace deve essere prodotto da uve Grignolino in purezza, i vigneti iscritti devono essere impiantati su terreni calcarei-limo-argillosi nelle varie combinazioni anche con presenza naturale di sedimenti sabbiosi, il vino potrà essere immesso sul mercato soltanto dopo un periodo minimo di affinamento di 40 mesi di cui almeno 24 in botte di legno, infine ogni anno una commissione degusta i vini alla cieca per valutarne caratteristiche e idoneità.
Questa sfida è resa ancora più affascinante perché il Grignolino non è un vitigno di facile gestione, è uno spirito ribelle, Veronelli lo definì “anarchico e testabalorda”, un vino in perenne contrasto tra acidità e tannino quasi aggressivi da una parte e colore scarico e aspetto innocuo dall’altra. Il nome dovrebbe derivare da grignole, termine dialettale astigiano che indicava anticamente i vinaccioli, che in questa varietà sono più numerosi rispetto ad altri vitigni e sono responsabili della sua marcata tannicità; esiste anche una seconda versione, che il nome sarebbe legato all’espressione grigné, in piemontese sorridere, perché a un sorriso assomiglierebbe l’espressione che si disegna sul volto di chi lo beve causa tannini. Così anche la filosofia di vinificazione s’ispira al passato: occorre aspettare con pazienza lunghi anni e un passaggio in botte prima che questo vitigno esprima al meglio la sua nobiltà ed eleganza.
In compagnia del Presidente dell’associazione Monferace, l’avvocato Guido Carlo Alleva, e l’enologo Mario Ronco, abbiamo degustato dieci etichette di altrettante aziende sostenitrici del progetto.
Monferace 2019 – Liedholm
Grignolino del Monferrato Casalese Doc – Gr. 14,5%
Nils Liedholm, amato personaggio e soprannominato il Barone per la sua signorilità, nel 1973 acquistò la tenuta Villa Boemia di Cuccaro Monferrato, ma l’inizio dell’attività vinicola è datata 1977. L’azienda Liedholm è stata gestita fino al 2015 dal figlio dello stesso Nils, Carlo Liedholm, che recentemente ha ceduto l’impresa a un Gruppo Industriale Italiano attivo nel settore del trasporto verticale. La Tenuta occupa la parte più sud-orientale all’interno dell’associazione Monferace, nel comune Lu Monferrato.
Il vitigno è situato nella zona collinare più bassa del gruppo sui 210 m s.l.m., il terreno rispetta gli standard imposti dal disciplinare ma ha la caratteristica di avere un’alta percentuale di sabbia. La fermentazione viene condotta a temperatura controllata a cappello sommerso, segue permanenza in legno per 30 mesi.
L’aspetto visivo è quello tipico del Grignolino. L’olfatto è più delicato con in evidenza note floreali, geranio e viola, una speziatura soffice di pepe bianco, foglie di tabacco e una ciliegia croccante. Al sorso primeggiano freschezza e sapidità, segue la tannicità con un ritorno pseudocalorico ad ammorbidire e bilanciare il sorso, un finale elegante e ammandorlato.
Tratto da Bibenda del 24/01/25. Articolo completo a questo indirizzo:
https://www.bibenda.it/news_bibenda_singola.php?id=5667